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Il percorso e le osservazioni

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L'escursione inizia a Caposile di fronte al caratteristico Ponte a Bilancere sulla Piave Vecchia. Attraversata la Strada Provinciale Caposile-Eraclea, si imbocca la stradinaasfaltata che supera il ponte sul piccolo Canale Caposile.
Si costeggia così il Fiume per alcune centinaia di metri, ammirando sulla destra la golena fluviale, dove crescono fitti salici bianchi in parte coltivati a capitozza bassa per la produzione di pali. La chioma cinerea dei salici e le dense cortine di canna di palude e di sparganio, accarezzate dalla corrente che risale dal Sile, creano in questo tratto un ambiente riproduttivo ideale per il pendolino, piccolo passeraceo tipico degli ambienti fluviali e ripari della Padania.
Si raggiunge quindi una pronunciata curva cui ne segue una seconda che segna il tratto in cui il percorso attraversa brevemente l'estremità occidentale della campagna di Chiesanuova.
Sulla destra della rotabile si allineano i salici dal caratteristico portamento capitozzato alternati ad alcuni eleganti aceri campestri.

 

Sulla sinistra si osserva, al margine delle colture, la folta alberata fluviale di robinia e di platano a ceppaia che accompagna il corso del Fiume.
Si supera il sottopasso della nuova S. P. Treviso-Mare, che scavalca la Piave Vecchia in questo punto, con un ponte a campata unica costruito nel 2002 e si torna a costeggiare l'alveo fluviale.
Quello che segue è il tratto in cui il Fiume esprime tutta la propria rigogliosa bellezza ed in cui a questa stessa si accompagna l'armonia paesaggistica della campagna di Chiesanuova.
Si superano caratteristici edifici rurali collocati presso la rotabile, sulla destra e si scopre una architettura minore diversa: povera ma estremamente dignitosa e soprattutto allegra e pulita nelle nuove vesti cromatiche dovute a corretti restauri.
Si giunge così alla storica Agenzia Scarpa, assai ben conservata ed attualmente trasformata in ristorante. Presso il Fiume, in corrispondenza degli edifici dell'Agenzia, vegeta un pittoresco insieme arboreo con grandi pioppi e vecchie robinie, mentre ai piedi della restera, a contatto con l'acqua, si osservano le immancabili, tortuose sculture dei salici capitozzati.
Un piccolo pontile offre in questo punto l'opportunità di una breve sosta di osservazione dell'interessante ambiente fluviale. Si può così scoprire il fervore vitale che anima le acque della Piave Vecchia e la superficie di queste stesse, dove si accendono incessanti zuffe territoriali di gallinelle d'acqua e tuffetti. Questi ultimi, di abitudini generalmente schive, si notano particolarmente nel tardo autunno e nell'inverno, quando gli esemplari presenti si riuniscono in folti gruppi. Si prosegue quindi lungo la pittoresca stradina affiancata da siepi curate e da abitazioni sul lato verso la campagna e da folti sipari di robinia, di gelso e di rampicanti spontanei verso il Fiume. Si giunge così, in poco più di tre chilometri, all'abitato di Chiesanuova, affacciato sulla Piave Vecchia.

 

Collocata in corrispondenza di un'ansa fluviale Chiesanuova, il cui toponimo ricorda le vicissitudini vissute da questa piccola e tranquilla borgata, appare aggrappata al proprio fiume e coltiva con sincera dedizione il legame culturale che alle sue acque ed alla sua tormentata storia la lega.
La comunità della Frazione ha infatti organizzato un premio nazionale di poesia dialettale che viene assegnato annualmente nell'ambito delle manifestazioni celebrative del Patrono locale. E' tuttavia la storia che si cela dietro il semplice presente di una borgata rurale ancora esclusa dalla convulsione del traffico balneare e dai rischi della urbanizzazione intensiva, a destare interesse.
Si riprende quindi, dopo la sosta nella minuscola area verde della riviera fluviale, il percorso sulla strada comunale che ancora costeggia il Fiume separandolo dall'abitato che si sviluppa, lineare, sulla destra.
Si giunge ad una pronunciata curva e si prosegue lasciando definitivamente il corso della Piave Vecchia. Si costeggia ora il paesaggio agrario racchiuso tra le anse del Fiume e dopo aver superato una diramazione sulla destra si prosegue e si risale, dopo breve tratto rettilineo l'argine del Piave.

 

Si raggiunge quindi la Provinciale che corre sull'argine dopo aver svoltato a sinistra in direzione di S. Donà di Piave. La vista sul grande Piave Nuovo è, nel brevissimo tratto che segue, particolarmente piacevole.
Dense cortine di bosco fluviale accompagnano il fiume alpino che si osserva proteso attraverso la pianura a separare gli abitati di S. Donà e di Musile.
Robuste arginature ne difendono il corso e racchiudono ciò che resta dell'anima selvatica del fiume domato.
Giunti presso la solida struttura delle Porte del Taglio, in località Intestadura di Musile, si svolta a sinistra e si scende per osservare appunto la storica opera che segna la diversione del Piave .
Si riprende ora l'escursione percorrendo a ritroso l'ultimo tratto di strada e scendendo nuovamente dall'argine del Piave in direzione di Chiesanuova. Raggiunto un piccolo corso d'acqua che si stacca dalla Piave Vecchia allungandosi parallelo al Piave Nuovo verso est, si svolta a sinistra imboccando una stradina a fondo ghiaioso (via E. D'Andrea).
Si costeggia brevemente un'esile boschetta agraria di robinia e dopo una doppia curva si procede lungo il rettilineo tracciato di uno storico argine, noto come argine di San Marco.
Il tratto che segue appare immerso nel verde rigoglioso della macchia che cresce sul ripido pendio dell'argine da un lato ed in quello delle siepi e dei piccoli giardini di campagna sul lato opposto. Si giunge così all'incrocio con una strada comunale asfaltata che scende dal vicino argine plavense. Si risale nuovamente l'argine e si prende quindi a destra, in direzione di Passarella.
Si percorre ora l'argine che fiancheggia il rettilineo alveo del Piave Nuovo per circa un chilometro e mezzo. L'interesse panoramico di questo breve tratto è indubbiamente notevole per la splendida vista che, da una posizione sopraelevata di circa sette metri sul piano di campagna, si può cogliere su un vasto paesaggio agrario. Frutteti, vigneti e appezzamenti a cereali caratterizzano una campagna fertile e rigogliosa.

 

Si giunge così all'altezza dell'abitato di Passarella, anch'essa come Chiesanuova frazione di S. Donà di Piave e collocata presso l'alveo di un grande fiume.
Proprio nel punto in cui la bretella d'asfalto scende dall'argine, dirigendosi verso l'abitato, un gigantesco pioppo nero avvolto d'edera ed un modesto edificio situati nella grava a ridosso della sponda fluviale segnano la presenza dello storico 'Passo'.
Il traghetto, attivo sino all'ultimo dopoguerra, consentiva agli abitanti delle opposte sponde di spostarsi oltre il Fiume e ad esso si deve il toponimo stesso di Passarella.

Si scende quindi verso Passarella sino all'incrocio con la Provinciale Caposile-Eraclea, che si imbocca svoltando a destra. Da qui, lungo un verdissimo e denso viale di platano si affronta il tratto conclusivo del percorso dirigendosi alla volta di Caposile.
La rotabile, pressoché rettilinea, costeggia ora il paesaggio agrario della piccola proprietà, denso di verde e di colture accostate in un mutevole mosaico. Si giunge quindi ai caratteristici edifici dell'ex Agenzia Paoletti, disposti sulla sinistra a formare una piccola corte rurale.
Nel tratto conclusivo del percorso ci si immette infine nella grande rotonda che il nuovo disegno della viabilità balneare ha collocato ad est di Caposile e da qui, in poche centinaia di metri, si raggiunge il punto di partenza.

 

Il testo e le foto riportate su questa pagina sono liberamente estratti, per gentile concessione dell'editore, dal libro 'Escursioni LAGUNA NORD VENEZIA' , scritto da Michele Zanetti, della serie Itinerari Fuoriporta pubblicato dalla Casa Editrice CIERRE Edizioni, Via Ciro Ferrari 5, 37060 - Caselle di Sommacampagna (VR)
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