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Storia

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Le vicende storiche

 

Le radici di Noventa affondano nel più remoto passato.
Reperti archeologici convalidano l'affermazione di più autori latini indicante che il territorio (agro) fra le città di Altino e Oderzo era abitato secoli prima che le legioni di Roma giungessero in queste terre. Inoltre è da notare che qui guadava il Piave la strada che collegava Altino ad Oderzo: allora le due sole città della zona.
Uno splendido mosaico, scoperto a pochi passi dalla Chiesa, ed altri reperti attestano invece la presenza di un villaggio (vico) nell'epoca romana.
Inoltre studi recenti stanno identificando un tratto noventano della via Oderzo-Altino con un decumano della centuriazione realizzata da Roma nel I° secolo D.C., fra Piave e Livenza da Oderzo al margine lagunare, allora poco a valle di San Donà di Piave. Non abbiamo notizie di quando sia giunto in questa terra il Cristianesimo, ma è da ritenere che si sia diffuso con l'erezione di Oderzo a sede vescovile (inizi del IV secolo).
Così è presumibile che il territorio comunale si sia spopolato con le invasioni barbariche (secolo IV e V) ed ancor più dopo la distruzione di Oderzo, attuata dai Longobardi (VII secolo).
E' pure ipotesi accreditata che il territorio comunale abbia ricominciato a ripopolarsi verso il 1000, momento in cui in tutta l'area perilagunare si ebbe un risveglio per la riconversione all'agricoltura dei terreni inselvatichitisi. Fondamentale per la rinascita è un diploma imperiale del 996 che autorizza la creazione di un porto sul Piave.
L'investitura con cui (nel 1090) l'Imperatore Enrico IV dava in feudo alla famiglia Strasso la Pieve di Noventa è invece il più antico documento pervenutoci che attesti l'esistenza del paese e ne indichi il nome.
La bolla indirizzata (nel 1152) dal Papa Eugenio III a Bonifacio, vescovo di Treviso, al fine di elencare le parrocchie (Pievi) comprese nella sua diocesi, indica, infine, il nome della Chiesa Noventana: San Mauro.

 

Va osservato che gli Strasso non detenevano il potere su tutto il territorio comunale poichè su Grassaga signoreggiavano i da Fossalta ed è oscuro se il castello di Romanziol appartenesse ad una omonima famiglia o agli Strasso. Va inoltre rilevato che la sovranità temporale su Noventa apparteneva al Patriarca d'Aquileia.
Questi, nel 1177, a ritorno dalla Terrasanta di Ezzelino da Romano, detto il monaco, gli diede in feudo Noventa con Mussetta ed altri villaggi. Gli Strassa mantennero il potere come vassalli dei Da Romano. Nel 1260, dopo la violenta estinzione dei Da Romano, la giurisdizione su Noventa fu avocata dal comune di Treviso: vane furono le rivendicazioni dei Patriarchi d'Aquileia che, dopo più tentativi di riprendere con le armi la sovranità, nel 1291 rinunciarono ai loro diritti.

Il XIV secolo vide Noventa coinvolta nelle continue guerre che insanguinarono il circondario per le ambizioni dei Della Scala, signori di Verona, e i Da Carrara, signori di Padova, di includere Treviso nei loro possessi. Conflitti complicati dal coinvolgimento dei Patriarchi d'Aquileia e della Serenissima.
Il XV° secolo portò finalmente la pace con l'inserimento della Marca Trevigiana nei domini della Repubblica di Venezia.
I Dogi assicurarono 4 secoli di pace durante i quali mutò il paesaggio per un progressivo disboscamento attuato in funzione al fabbisogno di Venezia di legname da costruzione e di legna da ardere. Purtroppo il periodo fu funestato da diverse alluvioni (provocate da irruenti piene del Piave) e da più epidemie, rese drammatiche da un altissimo tasso di mortalità.
In quest'epoca i noventani seppero impostare un lucroso commercio di cavalli non esitando ad affrontare avventurosi viaggi, della durata di mesi, per raccogliere nell'Est dell'Europa animali pregiati da vendere sui principali mercati italiani. Inoltre seppero sfruttare la posizione al limite del tratto navigabile del Piave per fare del Paese il porto terminale di una vastissima area e costituendi una vera flotta di panciute imbarcazioni da carico (burchi) con cui effettuare delle linee di cabotaggio. Spentasi nel 1797 la Serenissima, Noventa, come tutta la Regione, fu soggetta ad un governo militare francese.
Nel 1798 giunsero gli austriaci per l'inclusione del Veneto nell'Impero d'Austria sancita dal trattato di Campoformido, mentre con la pace di Presburgo (1805) entrò a far parte del nuovo Regno d'Italia con sovrano Napoleone.
Napoleone diede un nuovo assetto amministrativo al Veneto dividendolo in comuni e dipartimenti (equivalenti alle odierne provincie). Noventa divenne comune ma inserita nel Cantone (mandamento) di Motta di Livenza e nel Dipartimento del Tagliamento (provincia di Treviso): tre anni dopo però fu trasferita nel distretto di San Donà appartenente al Dipartimento dell'Adriatico (provincia di Venezia). Situazione che non mutò con l'avvento del Regno Lombardo-Veneto, voluto dal Congresso di Vienna (1816). Nel 1867 si ebbe la fine della dominazione austriaca con il ricongiungimento del Veneto all'Italia.
Gli anni seguenti videro un costante sviluppo di Noventa ma anche un accentuarsi del fenomeno dell'emigrazione (specie transoceanica) e (nel 1882) una delle pagine più tristi: il Piave in piena ruppe l'argine in più punti sommergendi l'intero paese. Era il preludio di eventi più tragici legati alla Prima Guerra Mondiale.
Nell'autunno del 1917 lo sfaldamento del fronte a Caporetto impose il suo arretramento sulla sponda destra del Piave. Noventa non solo venne a trovarsi nell'area invasa dal nemico ma, per la sua ubicazione a ridosso del fiume, si trovò sulla linea di fuoco e venne quasi totalmente distrutta.
Dopo la vittoria i noventani, con caparbietà e contro il parere delle autorità centrali, ricostruirono il paese e diedero inizio a quel nuovo corso di storia che ha portato allo sviluppo attuale.

 

(testo tratto dal sito internet del Comune di Noventa di Piave)

 

Il nome - Lo stemma

Noventa di Piave è un nome composto. L'etimologia della prima parte del toponimo è ancora oggi oscura avanzando gli studiosi più ipotesi. La più attendibile inclinerebbe ad attribuire a Noventa il significato di 'terra riscattata alle coltivazioni', di 'nuovo insediamento' dovuto al riscatto all'agricoltura di terreni paludosi o boschivi, quale era appunto l'habitat noventano attorno al 1000. A titolo di cronaca ricorderemo la fantasiosa spiegazione popolare di 'non ventosa'.
Il significato della seconda parte (di Piave) è invece chiaro, essendo determinato dalla necessità di distinguere il paese da altri omonimi: Noventa Padovana, Noventa Vicentina. Araldicamente lo stemma comunale è dato da: 'scudo sannitico d'oro, al cavallo nero, brioso a sinistra, sovrapposto alla fascia ondulata d'azzurro, inquartato nel canton destro del capo con sette palle d'argento in campo azzurro'. E' netta la simbologia facendo riferimento al commercio dei cavalli un tempo fiorente, ricordando il Piave nella fascia ondulata e nelle sette palle i borghi o colmelli in cui, nel passato, si divideva il territorio comunale.