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Origini e monumenti di Jesolo

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Nei primi secoli dell'Era Volgare i territori litoranei che si estendevano ad oriente della Laguna di Venezia erano caratterizzati dalla presenza di rami fluviali, canalizzazioni naturali, paludi dolci, antiche lagune e profondi lidi sabbiosi.
Sugli stessi lidi, già frequentati per la caccia ed abitati da Veneti e da Romani, crescevano folte pinete, ricche di selvaggina ed alternate a pascoli ove veniva praticato l'allevamento equino.
Da questa stessa attività sembra derivare il toponimo di Equilium, poi Equilio, soltanto assai più tardi deformato in Giesolo, da cui l'attuale Jesolo.

L'antica Equilio, situata nel lido di Pineto era pertanto, in origine, un semplice vicus dell'agro opitergino ove si praticavano l'agricoltura e l'allevamento ed alle cui spalle probabilmente si estendeva la laguna dominata in seguito da Eracliana. Quest'ultima, così chiamata in onore all'imperatore di Bisanzio Eraclio (610-641) per il determinante tributo offerto alla sua edificazione, assunse infatti nei secoli bassomedioevali un ruolo egemone, scontrandosi con gli interessi della stessa Equilio, già alleata di Metamauco (antico insediamento litoraneo dell'attuale Laguna di Venezia).
La rivalità, accentuatasi dopo il trasferimento del governo bizantino da Eracliana in quel di Metamauco (l'attuale Malamocco), nel 742 sfociò in una lotta fratricida che vide la stessa Eracliana soccombere ed essere cancellata dall'incerta e mutevole geografia delle terre emerse collocate tra Piave e Livenza.
Le stesse avversità ambientali, che dopo il 'diluvio' del 589 avevano interessato l'antica laguna eracliana con estesi impaludamenti, dovevano tuttavia segnare, nei secoli successivi, il destino di Equilio.
Questo avvenne comunque soltanto alla fine del periodo medioevale e la stessa Equilio riuscì a ricomporre il proprio tessuto urbano e la propria economia dopo la terribile devastazione dovuta all'incursione degli Ungari nell'anno 899.

Giesolo e la vicina Cittanova giunsero infatti ad ospitare ben due sedi episcolapi distinte e decine di edifici sacri, caduti in rovina ed in gran parte smantellati con il sopraggiungere della decadenza, dopo il 1400.
Dell'antico splendore, cancellato dal tempo e dagli uomini, rimangono oggi soltanto le austere rovine della cattedrale monumentale, dedicata a Santa Maria ed edificata nel periodo medioevale (1100 circa).
Fini decorazioni di marmo risaltano ancora tra gli scarsi resti murari che ripropongono la primitiva pianta architettonica della basilica di S. Marco (1071), mentre recenti scavi condotti nel sottosuolo della cattedrale hanno rivelato la presenza di pavimenti musivi attribuiti ad una basilica paleocristiana risalente al V-VI secolo.

 

Il testo e le foto riportate su questa pagina sono liberamente estratti, per gentile concessione dell'editore, dal libro 'Escursioni LAGUNA NORD VENEZIA' , scritto da Michele Zanetti, della serie Itinerari Fuoriporta pubblicato dalla Casa Editrice CIERRE Edizioni, Via Ciro Ferrari 5, 37060 - Caselle di Sommacampagna (VR)
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