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Il percorso e le osservazioni

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L'escursione prende il via dal ponte a bilancere collocato all'estremità meridionale della attuale Piave Vecchia, nel punto in cui l'antico alveo riceve, da destra, la confluenza del Taglio del Sile. Si supera il ponte portandosi sulla destra orografica e si prende a destra per stradicciola a fondo ghiaioso che percorre l'argine restera.
Dopo circa cento metri, a breve distanza dall'incrocio con la trafficata Provinciale Jesolana, si scende ancora sulla destra. Si procede quindi lungo uno stradone che passa sotto il ponte per risalire subito dopo e reimmettersi sulla stessa stradicciola che continua alla sommità dell'argine.

Si costeggia ora il fiume che, sulla destra, già offre interessanti scorci paesaggistici, con densi boschetti di salici a capitozza nella banchina golenale della sponda opposta. Sulla sinistra, dopo aver superato gli impianti della Cantina Sociale di Caposile, si osserva la pittoresca vegetazione di un vivaio di piante ornamentali. Sullo sfondo, dove il fiume devia bruscamente dirigendosi ad est, si stagliano i caratteristici edifici rurali di Castaldia, sovrastati nelle limpide mattinate invernali dal profilo innevato delle Prealpi Carniche.
Proseguendo lungo l'ampio stradone, dopo aver superato il vivaio si costeggia una folta alberata di robinia e si giunge ad un bivio corrispondente all'ansa fluviale. Si prosegue tenendosi a destra e costeggiando il fiume, che si addentra ora nelle campagne di Musile e di Chiesanuova.
Un'alberata di robinia e di platano a capitozza forma un denso sipario prospettico sulla sponda opposta, creando una coreografia pittoresca che si completa nella densa fascia di vegetazione palustre e, sulla superficie acquatica, in ricche colonie di ninfea bianca. L'ambiente della Piave Vecchia, che i voli leggeri delle sterne collegano idealmente alla vicina laguna, appare ora in tutta la propria bellezza e complessità biologica.


L'escursione prosegue; si lascia sulla destra il modesto monumento al Tenente Tito Acerbo, uno degli eroi delle vicende belliche relative al Primo Conflitto Mondiale e si procede sulla stradicciola che appare in questo tratto racchiusa tra verdi sipari di vegetazione domestica e selvatica.
Si percorre cosi la storica 'restera' e superate alcune abitazioni rurali la vista si apre nuovamente sul fiume non più nascosto dalla vegetazione di sponda.
Sulla sinistra lo stradone appare fiancheggiato da una ininterrotta teoria di vecchie ceppaie di robinia, che sostengono il terrapieno della stessa 'restera'. Prezioso elemento di archeologia del paesaggio lo stesso terrapieno appare interrotto da recenti sbancamenti per lunghi tratti.
Percorso circa un chilometro dagli edifici rurali di Castaldia si raggiunge un piccolo capitello. Si supera il ponticello corrispondente ad una derivazione irrigua e si prosegue dritto, salendo nuovamente sulla restera che si innalza sul piano campagna di alcuni metri.

Si procede ora lasciando alle spalle l'immagine di Chiesanuova ed avviandosi verso la parte conclusiva del percorso che si avvicina all'abitato di Musile di Piave. Lo stradone rurale che corre sulla sponda del Fiume diviene stradicciola a fondo ghiaioso e dopo la deviazione di quest'ultima verso la campagna, di nuovo capezzagna rurale. Sulla sponda opposta, ancora percorsa da rotabile asfaltata, si succedono esempi di architettura spontanea rimaneggiati da recenti restauri.


Si affronta quindi un tratto in cui il fiume descrive alcune anse in successione, in una campagna folta di vigneti e di mais. Il paesaggio fluviale ritorna selvaggio, con alte erbe sulle banchine golenali, fascie di vegetazione palustre e corteggio di alberi ed arbusti sulla sponda opposta. Il fondo della capezzagna appare sconnesso con avvallamenti e buche e presenta tratti con erba alta.
Si giunge così ad un modesto ponte localmente detto 'della Campata' e si supera un torbido affluente della Piave Vecchia, che giunge da sinistra e vi immette acque drenate dalle campagne a sud di Musile. Si prosegue ora lungo il fiume, che in questo tratto appare protetto da una rigogliosa siepe spontanea cresciuta sulla scarpata di sponda e si raggiunge una stradina interpoderale nel punto in cui la stessa Piave Vecchia descrive una ulteriore, deviazione verso est.
Si prosegue ancora sulla sponda fluviale, lungo un vialetto che ora si abbassa sul ripiano di golena, costeggiando la recinzione di un frutteto. Il fiume descrive in questo punto una profonda ansa, in cui si specchiano dalla sponda opposta grandi pioppi. Si procede avendo alla destra le quinte di canna e i grandi salici cinerei che si protendono sulle acque tranquille della Piave Vecchia.

La solitudine di questo tratto consente frequenti osservazioni faunistiche; il guizzo del tuffetto che si immerge, le contese territoriali delle gallinelle d'acqua, le parate dissuasive dei cigni reali, il volo del pendolino, i cui nidi si osservano facilmente sui rami di salice in prossimità dell'epilogo, aggiungono le ultime note alle emozioni dell'escursione. Percorso circa un chilometro il vialetto si avvicina ad un approdo di piccole imbarcazioni e lo costeggia, mentre la meta è ormai raggiunta.

L'escursione si conclude di fronte alla solida struttura delle Porte di Intestadura, dove l'antico Piave diverge dal grande alveo attuale, orientatato a sud-est. Dopa una sosta ristoratrice, non si può mancare una visita più accurata alle storiche 'Porte'. Saliti in breve sulla strada provinciale che corre sull'argine del Piave si può osservarle nelle proprie sobrie e funzionali linee architettoniche e, scendendo lungo una gradinata sul lato opposto dell'argine, cogliere la suggestiva immagine delle acque del Sile che defluiscono veloci verso il grande e tranquillo Piave.

 

Il testo e le foto riportate su questa pagina sono liberamente estratti, per gentile concessione dell'editore, dal libro 'Escursioni LAGUNA NORD VENEZIA' , scritto da Michele Zanetti, della serie Itinerari Fuoriporta pubblicato dalla Casa Editrice CIERRE Edizioni, Via Ciro Ferrari 5, 37060 - Caselle di Sommacampagna (VR)
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